Regina dell'Olivo

Copertina del libro

"REGINA DELL'OLIVO - Nostra Signora del Romito venerata sotto il titolo dell'Annunziata nel suo Santuario delle Olivette in Arenzano"

Autori:
GIUSEPPE ROGGERO
LORENZO GIACCHERO

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FURTI E RIMEDI

Arenzano anni '50 - La collina della "BICOCCA"

 

N.S. delle Olivette oggi.

Le pagine dell’Archivio parrocchiale raccontano anche le notizie dei furti subiti nelle chiese di Arenzano; per quanto riguarda il Santuario veniamo a sapere che nel 1856 “posteriormente in detto anno i Ladri hanno rotto il muro della porta della sacristia di Maria SS.a Annunziata alle Olivette ed hanno rubbato qualche pochi voti… la coppa e la patena con tutte le candele, i canti del Crocifisso d’argento, in tutto circa centosessanta £ 160”.

Ecco però come è stata raccontata a Carlo Roggero nel 1965 dall’arenzanese Luigi Robello, Luigi da Madonn-a (1877-1974), la storia della campana rubata.

“Nell’anno 1860 ignoti ladri, servendosi di una scala, salirono sul campanile dal retro della chiesa e trafugarono la piccola ma antica campana del Romito. Grande fu l’impressione fra la gente e soprattutto fra gli abitanti della borgata per il furto sacrilego. Alla provocazione rispose subito l’armatore Antonio Ghigliotti che senza indugio andò a Recco presso la Fonderia Bozzoli, dove gli fu offerta una campana rimasta invenduta e giacente in magazzino da oltre vent’anni. ‘È proprio quella che ci vuole!’ esclamò il Ghigliotti, sborsando subito la cifra per l’acquisto e il trasporto: la campana era infatti più grande di quella rubata, era già dotata di ceppo e stanga…e poco importava se era datata 1837.

Nel pomeriggio del giorno successivo la popolazione di Arenzano si riversò sulla spiaggia richiamata da rintocchi che provenivano dal mare… Da Levante, al largo del Pizzo, un leudo si avvicinava alla costa: non ci volle molto a riconoscere a prua la figura di Antonio Ghigliotti che incitava il marinaio, improvvisato sacrestano, a suonare la campana issata sull’apposito cavalletto. E altrettanto in fretta gli Arenzanesi si apprestarono a celebrare con una degna accoglienza sulla rena lo sbarco del carico prezioso e il ritorno trionfale del noto benefattore. La giornata, tra focacce e bicchieri di vino, volse al termine e prudentemente la campana fu sistemata per la notte nell’Oratorio di Sant’Antonio alla marina. La solenne processione dell’indomani la recò al Santuario, dove fu collocata sul campanile per iniziare a cantare, a nome della nuova comunità che l’aveva adottata, il saluto armonioso che recava impresso nel bronzo e che era muto dal 1837: AVE MARIS STELLA -Salve, Stella del mare”.

La campana. E’ datata 1837, ma è sul campanile
dal 1860. Reca la scritta “Ave Maris Stella –
Giovanni Bozzoli fecit – 1837”
, le figure del
Crocifisso e della Madonna col Bambino.
Il censimento delle campane fatto nell’ultima
guerra per l’eventuale requisizione le attribuì
il peso di “Kg. 150 circa”.