Regina dell'Olivo

Copertina del libro

"REGINA DELL'OLIVO - Nostra Signora del Romito venerata sotto il titolo dell'Annunziata nel suo Santuario delle Olivette in Arenzano"

Autori:
GIUSEPPE ROGGERO
LORENZO GIACCHERO

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DUE SIGNIFICATI PER UNA PAROLA

Arenzano anni '50 - La collina della "BICOCCA" Arenzano, anni '50 del XX secolo. La collina della Bicocca

 

Bicocca: piccola fortificazione o postazione di vedetta sopra una altura.

Noto il castello della Bicocca tra Lodi e Milano presso il quale i Francesi agli ordini di Odetto de Foix, Visconte di Lautrec, Governatore di Lombardia per Francesco I, subirono una terribile sconfitta il 22 Aprile 1522 da parte degli Imperiali (Spagnoli, Tedeschi, Italiani) guidati da Prospero Colonna.

Santa Maria della Bicocca: località presso Novara dove gli Austriaci vinsero i Piemontesi nella Prima Guerra di Indipendenza il 23 marzo 1849.

Bicocca: casupola, per lo più sui monti. Potremmo pensare che questo significato (per la verità al giorno d'oggi più corrente, se non in dialetto almeno in italiano) sia da collegare al tugurio dell'eremita cui dobbiamo la specificazione del Santuario, apparendo lo stesso molto consono alla vicenda che ha generato la devozione arenzanese: avremmo così la soluzione ai quesiti relativi al toponimo della collina (c'era una catapecchia) e alla titolazione della cappella (c'era chi la abitava, la catapecchia).

Ma allora perché non indicare il Santuario e la zona circostante usando uno solo dei due toponimi (entrambi o del Romito o della Bicocca)? Riteniamo etimologicamente il significato di casupola successivo in ordine di tempo a quello di costruzione militare e pertanto a quest'ultimo facciamo di seguito riferimento.

Prendendo adesso in esame il caso arenzanese, dobbiamo arguire che forse non esisteva ancora la possibilità di abbinare al minuscolo centro di devozione il nome del luogo, la collina della Bicocca, in quanto il presidio militare che gli avrebbe attribuito il toponimo non era ancora insediato su quella breve altura: non avrebbe certamente sfigurato o destato scalpore il titolo di "Nostra Signora della Bicocca", una sorta di Santuario della Guardia nostrano…

Né tantomeno doveva essere rilevante, al momento della fondazione della primitiva cappella, la coltura dell'olivo, che a memoria d'uomo ricordiamo rigogliosa sui terrazzamenti della zona sino ad estendersi quasi sull'argine del torrente Cantarena: la suggestiva cornice naturale sarebbe stata subito collegata al nome del Santuario come è avvenuto per altre chiese della Regione (Brugnato: "Madonna dell'Ulivo"; Chiavari: "Nostra Signora dell'ulivo").

Ora, siamo in grado di stabilire un tempo per la costruzione della cosiddetta Bicocca? Possiamo assegnare un periodo alla coltivazione in maniera consistente dell'olivo sul nostro territorio? La risposta non è facile.

Circa le fortificazioni sul territorio arenzanese non possiamo che far riferimento alle torri o ai castelli di cui abbiamo testimonianze. In particolare un decreto del 1344 riporta che tali "Oberto Chiosono" e "Gio Garibaldo" di Arenzano erano "constituti ad faciendum faro in Panagio" (addetti all'efficienza della torretta-faro di Capo Panaggi) nell'importante sistema di segnalazioni tra la torre di Capo Vado e la Lanterna di Genova. Inoltre sappiamo che, a seguito dello sbarco dei Corsari Barbareschi all'alba del 3 giugno 1559 con quattro galee e sei galeoni ("Siamo stati rubati fino alla paglia; non c'è rimasto altro che le persone povere di robba… I Turchi uccisero due donne e cinque persone le portarono via come schiavi" – relazione delle autorità cittadine al Senato di Genova), fu decisa la costruzione di un Forte (chiamato poi Castello) sulla spiaggia.

Relativamente all'olivo, è risaputo che di tale coltura vi sono tracce che risalgono nel Levante della Regione all'VIII secolo d.C. e a Ponente intorno all'anno 1000, importata dai monaci Benedettini; fino al Cinquecento non fu più diffuso degli altri tipi di alberi da frutto, e solo da allora l'olio fu richiesto per molteplici usi con la conseguente coltivazione della pianta in tutta la Liguria.

Per quanto riguarda il toponimo Olivette, con cui ancora si indica la zona interessata dal Santuario, esistono documenti che lo citano a partire dall'inizio del XVII secolo; circa le altre fonti, riteniamo che si debbano approfondire gli studi per l'attribuzione degli stemmi rinvenuti nell'Archivio comunale alle varie contrade del paese, e sulla datazione degli stessi ipotizzata intorno al Trecento.