Nel XX secolo, dal momento che si doveva procedere all'assetto definitivo della scalinata della chiesa delle Olivette con la costruzione del muro di sostegno a ridosso della mattonata, si auspicò la realizzazione e l'inserimento di una Scala Santa marmorea, poiché già quella di pietra era stata ed era testimone di eccezionali manifestazioni di pietà popolare: soprattutto le donne non esitavano a percorrere chine sulle ginocchia l'ardua quantità di scalini con la corona del Rosario tra le mani.
Il progetto fu accantonato nonostante la disponibilità finanziaria offerta in particolare dal sacerdote arenzanese Antonio Firpo che, come si legge in una corrispondenza del 1957 con la Curia di Genova, "riferendosi ad un caro desiderio materno, inteso alla realizzazione della "Scala Santa" presso il Santuario delle Olivete, aveva fatto voto alla Vergine, come ringraziamento della superata malattia, che da tempo lo affliggeva, di donare al Santuario predetto l'opera desiderata dalla mamma. Senonché l'Amministrazione del Santuario faceva notare non conveniente l'opera per i seguenti motivi:
a) La "Scala Santa", per necessità di transito, dovrebbe servire agli abitanti di una numerosa Frazione di campagna.
b) Una divisione della scala, per la distinzione dell'uso sacro dal profano, non è possibile data la ristrettezza dell'area".
Don Firpo ottenne dal Cardinale Siri "la commutazione del voto a vantaggio della erigenda cappella in onore di Nostra Signora Annunziata, nella Chiesa Parrocchiale, per l'importo della stessa spesa". Non essendo stata più riproposta questa dedicazione nelle cappelle ricostruite dopo la distruzione bellica, "il desiderio del Rev. Don A. Firpo, musico arenzanese, di fare dono alla Chiesa di un milione, da destinarsi ad una ricostruenda cappella" (Mons. Carlo Dellacasa, Memorie della ricostruzione) contribuì alla sistemazione del nuovo altare della Madonna della Guardia.