Da 'foresto' mi piaceva saperne di più, da Rettore del Santuario avevo il dovere di favorire non solo la devozione verso l'Annunziata, ma anche la conoscenza della storia, della tradizione, dell'arte del tesoro spirituale e materiale che ho avuto in consegna, che sono tenuto a custodire, che un giorno lascerò ad altri, nella provvidenziale catena della vita e della fede.
E così, visti gli ottimi risultati dei precedenti volumi della collana editoriale sulla Parrocchia di Arenzano, ho chiesto a Giuseppe Roggero e Lorenzo Giacchero se era possibile effettuare una ricerca sul Santuario e quindi realizzare un libro dedicato alla ‘Madonna delle Olivette'.
Non c'è voluto molto a capire che le capacità e l'entusiasmo degli Autori avevano imboccato la strada giusta: la mente, le mani e soprattutto il cuore di Roggero e Giacchero hanno cominciato a produrre e ordinare precise notizie, felici intuizioni, preziosi e inediti documenti, elaborati disegni, suggestive immagini, che hanno in breve consentito la stesura della bozza e quindi dell'opera definitiva.
Secondo l'auspicio del Vescovo di Nazareth, che ha benedetto l'iniziativa, condividendone lo spirito.
La bozza mi è stata consegnata a Natale. E allora la sera del primo 25 dicembre del terzo Millennio mi sono recato in chiesa e ho cominciato ad assaporare pagina dopo pagina quella primizia, graditissima strenna natalizia. Non so quanto tempo ho passato nella lettura; so che ho letto tutto e che, al momento di richiudere la copertina provvisoria, non ero più solo nella penombra del Santuario.
Sentivo d'avere vicino tutti coloro che questo Santuario avevano voluto, conservato, ingrandito, abbellito, amato, o anche solo visitato nell'incessante pellegrinare delle esistenze: io nella mia chiesa, gli altri nel loro Santuario, tutti dalla nostra Madonna.
Non potevo alzarmi, spegnere la fioca luce che rendeva luminoso come non mai l'eterno sorriso di Maria, e andarmene. Mi sono rimesso a sfogliare quelle pagine, queste pagine…
So già che molti, terminato il libro, faranno lo stesso.
25 Marzo 2002
Don Vittorio Tregambi
Rettore del Santuario
Potrebbe essere il titolo di una favola d'altri tempi. E, tutto sommato, se vogliamo raccontare la storia della nostra Madonna, occorre anche un po' di fantasia: per gettare ponti tra cognizioni solide e testimonianze certe, cercando di non strappare l'esile bandolo che, raccolto quando già si era spezzato, è stato riannodato più volte per formare un gomitolo di date, nomi, notizie, ricostruzioni, supposizioni, tradizioni, sino ad arrivare al resto della matassa, ancora da dipanare.
Tentiamo quindi di inquadrare la storia, nel tempo e nello spazio, premettendo di voler comprendere assieme al lettore quello che può essere desunto dalle note mano a mano raccolte e qui illustrate: una base di conoscenza offerta a noi, a tutti, senza la presunzione di trarre conclusioni certe, ma per provare a capire, insieme, come e perché anche sulla nostra terra è sorto un Santuario dedicato alla Vergine. Lasciamoci prendere per mano da coloro che ci hanno preceduti su consumati percorsi e saliamo con loro e come loro verso ciò che è ma che non conosciamo ancora…
E' noto che nel corso dei secoli passati per proteggere i vari centri abitati e per sorvegliare movimenti di uomini e cose sorgevano lungo le poche vie di comunicazione, e in punti strategici, presidi militari, torri di avvistamento, garitte di controllo doganale e sanitario.
Non è il caso di descrivere con troppi particolari quale situazione potesse provocare, in termini di divisione e individuazione del territorio e della sua salvaguardia, la frammentazione geopolitica dovuta all'instabilità delle dominazioni, che facevano seguito a guerre e occupazioni, e il proliferare di malattie endemiche, con il relativo pericolo di contagio di massa.